Molti di voi, nell'ambito della grafica per PC, conosceranno esclusivamente Nvidia, famosa per le sue Geforce, AMD/Ati nota per la serie Radeon, HD ed ora R5/R7/R9 e, per quanto riguarda la grafica per notebook, Intel; due decadi fa però, nasceva un'azienda nota con il nome di 3dfx Interactive. Una società che in meno di dieci anni riuscì a rivoluzionare il settore delle GPU (schede video) e a guadagnarsi un aura (meritatissima) di leggenda che perdura ancora oggi.
3dfx interactive nacque in california nel 1994 e fu leader del settore delle schede video PC per quasi tutta la seconda parte degli anni 90.
Per diventare "grandi" bisogna cominciare dal basso, facendo la gavetta, ed è così che la californiana 3dfx cominciò la propria attività, come produttore di sistemi grafici per videogiochi arcade e sviluppando l'hardware video di San Francisco Rush e Wayne Gretzkys's 3D Hockey; entrambi ebbero una conversione per Nintendo64 mentre San Francisco Rush fu rilasciato anche per la prima Playstation (Wayne Gretzkys's 3D Hockey raggiunse la Playstation di Sony solo con la versione "98").
3dfx interactive nacque in california nel 1994 e fu leader del settore delle schede video PC per quasi tutta la seconda parte degli anni 90.
Per diventare "grandi" bisogna cominciare dal basso, facendo la gavetta, ed è così che la californiana 3dfx cominciò la propria attività, come produttore di sistemi grafici per videogiochi arcade e sviluppando l'hardware video di San Francisco Rush e Wayne Gretzkys's 3D Hockey; entrambi ebbero una conversione per Nintendo64 mentre San Francisco Rush fu rilasciato anche per la prima Playstation (Wayne Gretzkys's 3D Hockey raggiunse la Playstation di Sony solo con la versione "98").
Durante il 1995 comincia a canalizzare i propri interessi verso la piattaforma PC con la realizzazione di un adattatore, installabile su bus PCI, in grado di rendere i joystick console utilizzabili su Personal Computer ma è solo verso la fine del 95 che il mondo tecnologico comincia ad interessarsi a 3dfx interactive, grazie alla presentazione del loro primo chipset 3D, il Voodoo Graphics.
Quest'ultimo, noto ai più come Voodoo 1, fu commercializzato a partire dall'agosto del 1996 appoggiandosi al costruttore esterno e produttore di schede video Diamond Multimedia, che utilizzò il primogenito della famiglia Voodoo nella scheda Diamond Monster 3D.
Quest'ultimo, noto ai più come Voodoo 1, fu commercializzato a partire dall'agosto del 1996 appoggiandosi al costruttore esterno e produttore di schede video Diamond Multimedia, che utilizzò il primogenito della famiglia Voodoo nella scheda Diamond Monster 3D.
Il chipset 3D progettato da 3dfx poteva vantare rendering dei poligoni via hardware, vari effetti grafici tra cui gestione mip-map, alpha blending , texture mapping, gestione dello Z-buffer ed altri. Poteva supportare una risoluzione massima di 800x600 a 16-bit senza Z-buffer, oppure 640x480 a 16-bit con Z-buffer per la versione del Voodoo1 con 4 megabyte di memoria video. Il chipset di 3dfx interactive inoltre non gestiva alcun calcolo di tipo geometrico, bensì convertiva un'immagine bidimensionale descritta da vettori in un'immagine composta da pixel, detta raster o bitmap, sfruttando i dati calcolati dalla CPU.
Come per il loro primo prodotto indirizzato all'universo PC, anche la Voodoo sfruttava il bus di connessione PCI per essere poi successivamente collegata a "cascata", con un apposito cavo, all'uscita video della VGA principale installata sul Personal Computer.
Come per il loro primo prodotto indirizzato all'universo PC, anche la Voodoo sfruttava il bus di connessione PCI per essere poi successivamente collegata a "cascata", con un apposito cavo, all'uscita video della VGA principale installata sul Personal Computer.
Ciò che però caratterizzava più di ogni altra cosa la Voodoo 1, e le serie successive, erano le API supportate dal chipset made in 3dfx, ossia le Glide; quest'ultime erano subset delle OpenGL e DirectX sviluppate e proprietarie di 3dfx (successivamente divennero open source).
Per capire la potenza di questo chipset vi basti pensare che il videogioco Quake, su hardware composto da un Pentium 120 e una comune VGA, girava ad una risoluzione di 320x200 pixel e 256 colori raggiungendo raramente i 30 fotogrammi al secondo, con una media di poche decine di FPS (fotogrammi al secondo); con lo stesso processore ma una Voodoo installata nel case, lo stesso Quake era in grado di girare ad una risoluzione doppia (640x480) con 65536 colori e un frame rate medio che si assestava intorno ai 50 FPS. Ecco un'immagine davvero esplicativa del balzo tecnologico che portò 3dfx nel mondo della grafica e più in generale nel settore PC:
Per capire la potenza di questo chipset vi basti pensare che il videogioco Quake, su hardware composto da un Pentium 120 e una comune VGA, girava ad una risoluzione di 320x200 pixel e 256 colori raggiungendo raramente i 30 fotogrammi al secondo, con una media di poche decine di FPS (fotogrammi al secondo); con lo stesso processore ma una Voodoo installata nel case, lo stesso Quake era in grado di girare ad una risoluzione doppia (640x480) con 65536 colori e un frame rate medio che si assestava intorno ai 50 FPS. Ecco un'immagine davvero esplicativa del balzo tecnologico che portò 3dfx nel mondo della grafica e più in generale nel settore PC:
Come detto in precedenza la Voodoo 1 necessitava dell'abbinamento ad una VGA tradizionale, in quanto non gestiva la grafica di tipo 2D. Così nel novembre del 1996 3dfx interactive, in collaborazione con Hercules, presentò la Voodoo Rush; scheda che affiancava alla Voodoo1 un acceleratore 2D (prodotto da terzi e non da 3dfx) sullo stesso PCB (in parole povere sulla stessa "scheda") andando così ad eliminare la necessità del collegamento ad una tradizionale VGA.
A testimonianza del peso tecnologico che 3dfx aveva in quegli anni c'è l'interesse che una nota casa di videogiochi Giapponese nutriva per l'azienda californiana; si tratta della Sega, azienda che all'epoca non si limitava esclusivamente allo sviluppo di videogiochi ma era anche impegnata nella produzione di console e quindi di hardware vero e proprio. Questo interesse si concretizzò nel 1997, quando 3dfx ottenne un contratto con Sega per produrre il chip video della futura console dell'azienda nipponica; il Dreamcast. Nonostante il contratto, Sega decise di equipaggiare la propria console con un chip grafico prodotto dalla connazionale NEC; il NEC Videologic CLX2 PowerVr. |
Sul finire del medesimo anno 3dfx presentò l'erede del loro primogenito, il Voodoo 2, che portava con se diverse ed importanti novità:
- 2 chip dedicati al texture mapping (in gergo chiamati TMU acronimo che sta per Texture Management Unit ed il doppio rispetto a Voodoo 1)
- 8 / 12 megabyte di memoria video (il modello da 8MB era una versione più economica della Voodoo 2, che era comunque un quantitativo doppio di memoria video rispetto a quanto a disposizione di Voodoo 1).
- risoluzione massima di 1024x768 a 16-bit senza Z-buffer e di 800x600 a 16-bit con Z-buffer.
- Velocità di clock del core di 90 Mhz
- Supporto alle API Glide, Direct 3D e OpenGL
- possibilità di collegare in parallelo due schede Voodoo 2 in modalità SLI (questo acronimo di Scan Line Interleave farà venire in mente qualcosa ai più ferrati in materia), sfruttando così due schede per renderizzare alternativamente le righe orizzontali di ogni fotogramma; ciò doveva permettere, in linea teorica, un raddoppio delle prestazioni e portava a gestire una risoluzione massima di 1024x768 a 16-bit con Z-buffer.
Quantum invece, altro partner 3dfx, prese una "strada" alternativa presentando una Voodoo 1 davvero speciale, spostando l'asticella delle personalizzazioni verso nuove vette. Quest'ultimo partner infatti non presentò (non subito per lo meno) una propria versione della Voodoo 2, immise bensì sul mercato una scheda video customizzata e basata sul primo chip 3d della casa californiana; tale scheda, nominata Quantum SB100-44x0, combinava due GPU Voodoo Graphics sullo stesso PCB funzionanti in parallelo.
La Voodoo 2 fu una vera rivoluzione esattamente come lo fu, a suo tempo, il primogenito della famiglia 3dfx. Con l'avvento di quest'ultimo chipset 3d, l'azienda californiana oltre a portare novità tecniche importanti,"sdoganò" nel mercato consumer la risoluzione di 1024x768 che fino ad allora era esclusivo appannaggio della computer grafica professionale.
Chiudiamo questa prima parte della storia di 3dfx interactive osservando cos'era capace di fare la straordinaria Voodoo 2 in configurazione SLI:
Chiudiamo questa prima parte della storia di 3dfx interactive osservando cos'era capace di fare la straordinaria Voodoo 2 in configurazione SLI:
Ringrazio la fonte dei video presentati in questa pagina, che è: